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46 Elmgreen & Dragsted 1.jpg

Artista           Elmgreen & Dragset

Titolo            Linienstraße 160

Data              2001

Misure            cm 270 x 400 x 880

 

Descrizione       Box in cartone di cm 10x33x25 con etichetta firmata

                  dagli artisti contenente:

                  certificato originale dell’opera firmato dagli  

                  artisti, n. 6 diapositive (5 con fogli A4 e n. 4 fogli

                  A3 progetti (di cui 12 siglati e datati dagli

                  artisti)per la realizzazione dell’installazione con

                  iscrizioni autografe degli artisti,comunicato stampa della

                  mostra alla Galerie Klosterfelde, invito all’inaugurazione 

                  della mostra.

                  Collage di fotografia dell’installazione e stampa offset 

                  della stessa con interventi autografi degli artisti firmat

                  e datata in basso a destra.

 

                  Firmato Michael Elmgreen & Ingar Dragset sul certificato

Provenienza       Galerie Klosterfelde, Berlino;
                  Importante collezione europea di arte contemporanea

Bibliografia      Elmgreen & Dragset - This Is The First Day of My Life, a 

                  cura di Tony Benn,Massimiliano Gioni e Amelia Saul,        

                  edito da Hatje Cantz, Ostfildern 2008

Esposizioni       Galerie Klosterfelde, Zimmerstraße 90/91, Berlino, aprile-

                  maggio 2001

Si ringrazia Margo Lauras dello Studio Elmgreen & Dragset, Berlino, per aver confermato per e-mail l'autenticità dell'opera, per l'aiuto nella compilazione di questa scheda e per la disponibilità manifestata nel fornire eventuali informazioni utili per la ricostruzione dell'installazione (i materiali e la costruzione dell'installazione sono a carico dell'acquirente).

Per inaugurare la nuova ubicazione della galleria Klosterfelde su Zimmerstrasse, Michael Elmgreen e Ingar Dragset costruirono una replica esatta della vecchia galleria di Linienstraße 160: Le porte, le pareti, l'illuminazione e anche le prese elettriche sono state copiate e installate in maniera meticolosa, trasformando efficacemente il nuovo grande spazio in \"una galleria all'interno di una galleria\", che è in grado di esporre la propria storia. Il gesto è tutt'altro che nostalgico; piuttosto, il duo di Berlino ancora una volta interroga sulla neutralità del cubo bianco mettendo in mostra le sue pareti vuote.

“Linienstraße 160” è la prima esposizione personale di Michael Elmgreen & Ingar Dragset alla galleria Klostefelde a Berlino. Come indicato dal titolo, l’installazione di E&D è dedicata allo spostamento della galleria dal vecchio indirizzo – Linienstraße 160 – al nuovo spazio considerevolmente più grande in Zimmerstraße 90/91. Alla prima esposizione nella nuova galleria, la coppia di artisti ha ricreato in scala una stanza della vecchia galleria. Situata appena dopo l’entrata, l’installazione accoglie il pubblico con una vista sorprendentemente familiare. Non è la prima volta che i due artisti trattano questioni architettoniche in relazione al cubo bianco.
In varie maniere E&D hanno già alterato le caratteristiche fisiche degli spazi di un’esposizione la e gerarchia sociale all'interno delle strutture istituzionali dell'arte: di fronte al Reykjavik Art Museum in Islanda hanno scavato un cubo bianco, costruito senza tetto, affinché lo spettatore potesse guardare dall'alto lo scenario della galleria. Per un’altra mostra personale lo scorso anno alla Galerie fur Zeitgenossische Kunst a Lipsia hanno utilizzato il loro budget di produzione per impiegare due pittori disoccupati della città per dipingere l'intero galleria di bianco, più e più volte, per tutta la durata della mostra. In questa occasione 35 strati di vernice sono stati aggiunti alle pareti delle sale espositive. Anche a Portikus a Francoforte hanno ammorbidito la stretta architettura dello spazio curvando il pavimento verso l'alto in tutta la sua lunghezza e il soffitto con il lucernario verso il basso che specchia la curva del pavimento. Le loro metodologie di lavoro criticano da una parte le convenzioni per la presentazione dell'arte e, dall'altro, esamina il potenziale delle strutture esistenti, come a Manifesta 3, dove hanno eretto un piccolo spazio privato della galleria in occasione della grande mostra pubblica e in collaborazione con tre donne della città di Lubiana, che hanno voluto lanciare le loro carriere come galleristi commerciali, hanno fatto un programma proprio come una specie di attività parassita.

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